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#DBlog: La stagione 2021 della Formula Uno

May 2021

La stagione 2021 di Formula Uno è iniziata con un bel botto. Nei primi quattro round, abbiamo già visto un vero duello tra due top driver e una vera e propria competizione nelle posizioni di testa della griglia, ma temo purtroppo che questa situazione non durerà a lungo.


Le modifiche ai regolamenti apportate durante l'inverno hanno incluso modifiche all’aerodinamica ideate per ridurre i livelli di deportanza, mescole di pneumatici più resistenti che affrontano meglio i carichi in curva, un programma di testing condensato che significa che le squadre devono massimizzare il tempo in pista nelle sessioni di pratica al fine di perfezionare i set-up per il fine settimana di gare e, per la prima volta in F1, un tetto di spesa che dovrebbe appianare le differenze nello sviluppo delle auto tra i vari partenti in griglia


Ma, avendo avuto nel corso della mia carriera una certa esperienza in questo sport, mi sento di affermare che la tenacia ed il puro desiderio di perfezionarsi costantemente propri del Team Mercedes faranno sì che il gap tra le varie scuderie potrà anche diminuire, ma di certo non cesserà di esistere.


Inoltre, penso che per l’organo di controllo della F1 sarebbe una mossa pericolosa intervenire per livellare le performance e la competizione tra i principali attori della contesa: se, dal punto di vista del pubblico, può sembrare una buona mossa, per i piloti e le squadre l’imposizione di regolamenti scritti appositamente per renderli più lenti è forse la punizione più dura di tutte!


È un'arma a doppio taglio per l'organo di governo, ma credo che ci siano modi migliori per migliorare lo spettacolo che questo sport può offrire.


Sono stato coinvolto ai vertici delle squadre, alla Red Bull Racing e alla Ferrari, molti anni fa e ho fatto anche parte di un tavolo di lavoro comune tra le squadre iscritte al campionato, grazie al quale, tra il 2008 ed il 2009, abbiamo definito alcune attività che avrebbero reso questo sport molto, molto più popolare.


Purtroppo, da allora, nessuno ha provato a mettere in atto quelle idee per migliorare l'appeal della F1. E si badi: con appeal, non intendo la corsa della domenica in sé, perché è probabilmente la cosa più semplice di tutte - chi taglia il traguardo per primo, vince. Stop. Non dovremmo cercare di cambiare questo, per creare lo show.


Credo che lo show debba coinvolgere attivamente gli spettatori - una volta che la situazione COVID-19 si sarà normalizzata, naturalmente - e la visione che viene data loro di come le squadre di F1 lavorino effettivamente dietro le quinte. Sì, si tratta di rendere i piloti più accessibili, avvicinabili, ma anche di rendere più accessibili le persone e le squadre e i circuiti che esistono in F1 – e di fatto la rendono possibile.


Sono un manager che ama rendere l'accessibilità e la condivisione componenti chiave di tutto ciò che faccio e penso che la F1 abbia una lunga strada da percorrere per arrivare ad offrire questo ai suoi fan.


È senza dubbio uno sport popolare e quindi alla gente piace esserne coinvolta, non solo per guardare un programma televisivo di 90 minuti e alla fine vedere chi è il vincitore.


Mi sono innamorato per la prima volta della Formula Uno negli anni '80, guardando personaggi come Ayrton Senna, Gerhard Berger, Michele Alboreto, Nigel Mansell e Nelson Piquet. Quei ragazzi, dovevano avere così tanto talento per far andare veloci quelle auto, in quell’epoca! Non c’era il cambio al volante, non c’erano controlli elettronici, non c’erano differenziali attivi o sistemi di assistenza.


Era guida allo stato puro, e, nonostante i violenti motori turbo da più di 1000 cv, il pilota doveva ancora cambiare marcia manualmente, tenere le mani sul volante e gestire il bilanciamento dei freni. Immaginate di fare tutto questo su una pista come quella di Monaco – che tra l’altro ospiterà il GP proprio questo weekend.


Fa sembrare i piloti di oggi dei sim racers da Playstation.


Naturalmente, questo è semplicistico - con le forze che trasmettono le auto di F1 di oggi, i piloti devono essere assolutamente concentrati, completamente allenati e totalmente professionali; ma penso ancora che la quantità di energia richiesta da una corsa di F1 di oggi non sia paragonabile a quella di un tempo.


Il mio Gran Premio preferito di tutti i tempi è probabilmente Spa nel 2007 – con Kimi Raikkonen in testa che poi si schianta sotto la pioggia dopo essersi scontrato con Lewis Hamilton. Hamilton è passato per primo sotto la bandiera a scacchi, ma in seguito ha ricevuto una penalità di 25 secondi, consegnando la vittoria a Massa. È stato un grande evento: ricordo ancora di averlo guardato in un hotel di Maranello con mio figlio piccolo ed è stato super divertente ed emozionante.


Guardando al futuro, penso che l’unico modo in cui la F1 possa continuare ad influenzare il mondo dell’automobile globale sia introducendo innovazioni come nuovi tipi di trasmissioni o di motori – come quelli ibridi o completamente elettrici, perché il motorsport ai massimi livelli richiede necessariamente sistemi ai massimi livelli, ma che al tempo stesso siano affidabili: in questo, penso realisticamente la Formula 1 possa porsi in una posizione pioneristica per l’intera industria automobilistica. Tuttavia, mi risulta difficile vedere un legame diretto tra la F1 e la produzione automobilistica odierna.


Credo che gli organizzatori della F1 abbiano fatto la cosa giusta ad annunciare la fine di un'era in questo sport, permettendo alle squadre di prepararsi per quando i nuovi regolamenti tecnici entreranno in vigore il prossimo anno. È importante sottolineare che si tratta di cambiamenti che non danno un vantaggio o uno svantaggio a nessuna squadra e questa è una buona mossa.


Spero che le nuove regole significhino che vedremo gare ancora più emozionanti e non con solo due piloti, sempre gli stessi, a darsi battaglia al vertice, ma, piuttosto, con quattro o cinque squadre che lottano per la vittoria. Sarebbe simile a quello che si vede ora in mezzo al gruppo, dove le squadre dalla terza alla sesta piazza si stanno dando battaglia e ognuna di loro potrebbe infine prevalere.


È qui, nel mezzo del plotone, che si può vedere la vera corsa, dove il “best of the rest” non lascia agli spettatori la prevedibilità di capire chi finira in quale posizione. Proprio questo elemento, la prevedibilità, è forse l’elemento più difficile ma anche più cruciale da eliminare dalla F1. Più in generale, si potrebbe dire che sia la cosa peggiore che possa accadere a qualsiasi sport.


Dany Bahar – Maggio 2021